Archigliagiuliva #Museodelviaggio

Era là fuori nella casa assisana. La nostra Assisi, della mia famiglia, dei miei nonni.
Eccola l’impertinente, resistente e complice di noi e dei nostri ricordi ancora vivissimi. Ve la presento, si chiama Archigliagiuliva, è buona e forte, e tignosa… cresce nel cemento, profuma di mare e di rosa.
Dall’ingegnoso impasto di cemento conchiglie, mattoni e oggetti di casa e giardino… così il nonno ogni estate rendeva magica la vista delle cose nell’abitazione.
Sì… conchiglie, gliele riportavamo dal mare noi, figli e nipoti, lui a quanto pare gradiva e impastava, attaccava, adornava e creava… in una pace di casa di mare, eccentrica e unica, che prendeva forma.
Anche dentro… all’ingresso di casa o in garage, ma soprattutto nel “fuori”.
Tavolino col bordo erto di conchiglie tutte intorno, conchiglioni e cemento. Una conchiglia accanto all’altra; costruzioni di vecchi pezzi di oggetti incollati; ruote e rotelline o bulloni; conchiglie che si abbracciano tra loro incollate e formano onde marine ad arrotondare le costruzioni. Spuntando qua e là fuori dal verde di cocce di fiori siepette e pezzettino di terra con fiori a terra… Misti a magiche conchiglie qua e là ogni tanto… mi fanno ricordare e mi facevano sentire… la nonna Assunta, di là, a cucinare o apparecchiare amore … e nonno Giulio a lavorare, con la pipa in bocca… A quel giro di quarto d’ora ero sfuggita ai suoi racconti di guerra di quando faceva il militare, “nascosta”, diciamo, nel suo giardino… ma dove sempre “Conchiglia di mare” restava la complice di me, degli zii o cugini, delle mamme e dei papà… di là riuniti… in caciare indaffarate di parole, o in riposi, di una famiglia arruffata intrecciata ma serena… E anche io, che ero fissata con il mare, non potevo più pensare alle conchiglie se non con quella parte terrena, assisana, di montagne e “nonnini” … e capannina di tepore. Mi ci abituavo ad abitarla e osservarla mentre mi sedevo o mangiavo nel piccolo gazebo di verdure rampicanti e travi rotonde ad arco, che i nonni avevano lì a fargli ombra. Evviva l’amore.

[Testo e immagine inviati da Laura Adriani il 3 giugno 2020, CC BY NC SA]

 

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