La quinta tappa del nostro Cammino dei Briganti ci ha condotto da Rosciolo al Casale Le Crete passando per Magliano dei Marsi e Sorbo con un percorso di circa 14 km.
[30 luglio 2020] Dopo una nutrita colazione, scendiamo a valle attraverso le tortuose vie del borgo.
All’altezza delle ultime case di Rosciolo, vedo un signore appostato con una macchina fotografica con un lungo obiettivo direzionato verso un rigoglioso albero di fico. La mia insaziabile curiosità mi spinge a chiedergli cosa sta fotografando. Mi risponde che spera in un colpo di fortuna che gli faccia immortalare il rigogolo, dal bellissimo piumaggio giallo.
Al termine della discesa incrociamo la strada asfaltata e poco oltre, sulla destra, troviamo aperta la chiesetta rurale di San Sebastiano, gravemente danneggiata dai terremoti del primo Novecento e restaurata e riaperta al culto nel 2018.
All’interno si conservano gli affreschi di San Sebastiano e della Madonna del Latte (Virgo Lactans), iconografia devozionale piuttosto comune in Abruzzo.
Ritorniamo indietro lungo la strada asfaltata dalla quale siamo venuti e poco dopo sulla destra riprendiamo il Cammino dei Briganti, ben segnalato, che prosegue in pianura.
Non ci mettiamo molto a raggiungere Magliano dei Marsi (728 metri s.l.m.), nei Piani Palentini.
Ci dirigiamo subito verso la Chiesa di Santa Lucia, d’impianto trecentesco ma pesantemente rimaneggiata nei secoli, non da ultimo a seguito di pesanti distruzioni per il terremoto del 1915, cui seguì un’attenta operazione di ricostruzione nel 1937 durante la quale si cercò di preservare l’aspetto architettonico originario.
Santa Lucia, martire siciliana di origine siracusana, che già avevamo incontrato nella Chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta, è la patrona di Rosciolo. La tradizione vuole che alla martire, prima della decapitazione, siano stati cavati gli occhi, motivo per cui viene sempre rappresentata con i due occhi su un piatto.
Ci fermiamo di fronte alla facciata e in particolare volgiamo lo sguardo verso le due coppie di formelle duecentesche che raffigurano un grifo che afferra un agnello, un leone che azzanna un uomo, una sfinge che agguanta con le un unghie un personaggio e Sansone che doma un leone. Queste formelle, oggi collocate ai lati di un grande finestrone sopra il rosone, un tempo facevano parte dei plutei che separavano l’area dei fedeli da quella presbiteriale.
Se osservate meglio la formella di sinistra, noterete un particolare interessantissimo: tra le zampe del grifo, anche se con difficoltà, si riconoscono le lettere del SATOR, il quadrato magico palindromo presente su diversi monumenti di epoche diverse.
In che consiste? E’ un iscrizione latina composta di cinque parole su cinque righe.
ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR |
Perché il quadrato è palindromo? Perché la frase è identica se letta da sinistra a destra o dall’alto in basso e viceversa: ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR. Le teorie sul significato della frase sono molteplici, con interpretazioni simbolistiche, filosofiche, metaforiche, religiose ,ma senza alcuna certezza!
.Entriamo nella chiesa, completamente rinnovata, anche se meritano uno sguardo il battistero e il pulpito.
All’uscita prendiamo una strada in discesa e incrociamo la Fontana di Giugno, che in paese chiamano il Saturno, oggi ammantato da un bel tricolore svolazzante. Si tratta di una copia di un originale marmoreo scolpito dal francese Mathurin Moreau a metà dell’Ottocento. Altre copie in ghisa vennero esportate in Italia e sono tutt’oggi conservate in diversi borghi del Mezzogiorno.
Troviamo aperta anche la trecentesca chiesetta di Santa Maria di Loreto, nell’omonima via, all’interno della quale si conservano, soprattutto nell’abside, begli affreschi quattro-cinquecenteschi raffiguranti le storie della Vergine. In una cappella laterale, è stato recuperato un affresco raffigurante la nascita del Redentore, completamente ricoperto d’intonaco nella prima metà dello scorso secolo.
Dopo le soste culturali, ci fermiamo in paese, dotato di negozi e servizi in abbondanza: caffè, bancomat, posta, farmacia, fruttivendolo, supermarket, giornalaio.
Dopo un’oretta riprendiamo il cammino. Superata la ferrovia si può scegliere tra due varianti, andare in direzione di Scurcola Marsicana oppure salire sulla collina in direzione di Sorbo. A causa del gran caldo, scegliamo questa seconda opzione che prevede una bella salita, ma un sentiero molto più riparato, tra gli alberi.
Ci avviamo lungo la salita. In uno spazio assolato campeggia una larga poltrona tra pannelli di eternit. Un’installazione artistica? Comunque perfetta per per la mia raccolta di scarti della serie “Mondezzart”.
Arriviamo a Sorbo, alle pendici del Monte San Nicola, nella piazzetta mangiamo i nostri panini comodamente seduti su delle panchine a fianco della fontanella, a poca distanza dal monumento ai caduti.
La chiesa è chiusa, ma dall’icona in facciata, vediamo che è intitolata a Santa Maria delle Grazie. Sul fianco destro si conserva la copia di una stele funeraria romana intitolata a Tito Tituleio Successo e alla moglie Sestuleia (l’originale sta nell’atrio del Comune di Tagliacozzo). Il committente consacra il monumento agli dei Mani, le anime protettrici dei defunti. L’iscrizione ci dice che era un seviro augustale, facente parte quindi del collegio di sei membri addetti al culto dell’imperatore Augusto nei municipi e nelle colonie romane: un personaggio di un certo rango quindi. Sul lato sinistro della stele, sono incise delle calzature, su quello destro uno specchio, dei contenitori e un cucchiaino.
Riprendiamo il cammino e nuovamente seguendo un tracciato per lo più all’ombra raggiungiamo la meta della tappa odierna, il bel Casale Le Crete, gestito da Fabiana Malpelli e Luca Gianotti, ideatori del Cammino dei Briganti.
Prima di raggiungere i nostri alloggi, dei comodi bungalow ecosostenibili, facciamo quattro chiacchiere sorseggiando una dissetante bevanda al sambuco. Luca ci racconta di come è nato il Cammino dei Briganti e dei suoi prossimi progetti e non manca di informarci sulle iniziative in programma la domenica successiva nell’ambito della campagna “Io sto con Americo”.
Gli chiediamo un consiglio per la cena e ci propone due possibilità: scendere a piedi a valle per mangiare arrosticini oppure tornare a Sorbo in una locanda familiare gestita dalla signora Franca. Propendiamo – e non ce ne pentiremo – per questa seconda opzione, dal momento che con un piccolo contributo aggiuntivo il marito della signora ci viene a prendere con la macchina.
La locanda si trova lungo una salita a poca distanza dalla chiesa di Sorbo. C’è ancora luce quando arriviamo. L’ancor giovane bisnonna della casa, attivissima, gioca con la vivacissima nipotina nel piazzale antistante la casa. La signora Franca ci racconta che un tempo la sua famiglia gestiva anche un alimentari e il tabaccaio, ma da quando nel paese sono rimasti appena venti abitanti è attivo solo il ristorante, conosciuto nei dintorni e frequentato anche da escursionisti e camminatori. Sono aperti 364 giorni l’anno, unica eccezione la Vigilia di Natale.
Gustosissimo il menu proposto, tra cui gli antipasti con fette di frittata di menta, fiori di zucca, cavolfiore verde e bianco e germogli di aglio. Ottimo anche il liquorino finale, a base di rucola e alloro, che accompagna un dolce fatto in casa.
Onofrio, il gentilissimo marito, ci riaccompagna in auto al Casale dove trascorriamo una notte di riposo nel silenzio più totale.
Per approfondire:
[Maria Teresa Natale, travel designer e guida turistica]
Le altre tappe del cammino
- Cammino dei Briganti: Sante Marie – Santo Stefano – Nesce
- Cammino dei Briganti: da Nesce ai Casali di Cartore
- Cammino dei Briganti: Val di Fua – Lago della Duchessa – Val di Teve
- Cammino dei Briganti: Casali di Cartore – Santa Maria in Valle Porclaneta – Rosciolo
- Cammino dei Briganti: Rosciolo – Magliano dei Marsi – Casale Le Crete