Cosa vedere a Campobasso in due mezze giornate

Campobasso, capoluogo del Molise, di origine longobarda, merita certamente una visita di almeno due mezze giornate. Sia che ci siate arrivati a piedi dopo sei giorni lungo la Via del Tratturo, come abbiamo fatto noi, sia che ci siate arrivati con altri mezzi, non vi annoierete.

Noi abbiamo iniziato la nostra visita nel tardo pomeriggio, facendo quattro passi tra le stradine e piazzette del quartiere murattiano, così chiamato perché Gioacchino Murat lo fece realizzare a partire dal 1815.

Campobasso: il quartiere murattiano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Campobasso: il quartiere murattiano
Non lasciatevi sfuggire lungo la scalinata di via Anselmo Chiarizia, la statua di Alfredo Antonio Carlo Buongusto, in arte Fred Bongusto, classe 1935, nativo di Campobasso, realizzata dallo scultore Alessandro Caetani a un anno dalla scomparsa del musicista avvenuta nel 2019. Pensate che la statua è stata fusa nella Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone, un’antichissima azienda metallurgica a conduzione familiare da generazioni, specializzata nella fusione di campane.

Campobasso: statua di Fred Bongusto [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Campobasso: statua di Fred Bongusto
Verso il tramonto consigliamo di salire sulla collina Monforte percorrendo il Viale delle Rimembranze fino al belvedere del massiccio castello quattrocentesco da cui si gode una splendida vista sul Matese e sulla Majella. Castel Monforte, a 790 metri s.l.m., eretto su antiche fortificazioni sannitiche, è il vero simbolo di Campobasso, dove gli stessi campobassani non disdegnano di fare una passeggiata o un percorso di jogging. Per tornare a valle si può scendere da una strada diversa, soffermandosi a visitare le chiese romaniche lungo il percorso: il Santuario di Santa Maria del Monte e le chiese di San Giorgio e San Bartolomeo.

Campobasso: Castel Monforte [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Campobasso: Castel Monforte
Campobasso vale una passeggiata anche per osservare alcune interessanti opere di street art realizzate a partire dal 2011 nell’ambito del Festival internazionale “Draw The Line” che ha visto la partecipazione di artisti celebri come Roa, Dado, Etnik, Hitnes, Mr Thoms, Ericailcane e Blu. Nella nostra passeggiata, a causa del tempo limitato, ne abbiamo viste solo due: un mega murale di Ericailcane lungo il perimetro esterno dell’ex Mercato e il bellissimo e recente murale di Blu, dipinto sulla facciata del cinema Alphaville, ex Onmi, in Via Muricchio. Pandemia è il titolo dell’opera allegorica animata da numerosi panda di diverse dimensioni, intenti ad arrampicarsi e distruggere gli edifici e le infrastrutture della città, sostituendosi agli umani.

Campobasso: Pandemia, murale dell'artista Blu [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Campobasso: Pandemia, murale dell’artista Blu
A breve distanza lanciamo un’occhiata al Palazzo dell’ex GIL (Gioventù italiana del Littorio), di chiaro stampo razionalista, che fu costruito tra il 1936 e il 1938 dall’architetto napoletano Domenico Filippone.

Campobasso: Edificio dell'ex GIL [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Campobasso: Edificio dell’ex GIL
Nel nostro itinerario abbiamo incluso – e la consigliamo vivamente –  la visita del Museo Sannitico, allestito all’interno di un palazzo un tempo di proprietà della nobile famiglia napoletana Mazzarotta. Pensate che le collezioni vennero trafugate durante la Seconda Guerra Mondiale e dell’originale patrimonio sopravvissero solo 560 reperti, oggi arricchiti da oggetti rinvenuti nel corso di scavi successivi.

Il museo si articola su tre piani, rispettivamente dedicati all’emergere delle società guerriere nel Molise presannitico (pian terreno), alla popolazione dei Sanniti con le loro pratiche quotidiane e i loro culti religiosi e funerari (primo piano) e al Sannio dopo i Sanniti dalla dominazione romana al Medioevo (secondo piano).

Mi soffermo soprattutto sui Sanniti, incontrati più volte durante il nostro cammino. Popolazione famosa per la bellicosità – ci vollero tre lunghe guerre perché i romani riuscissero a sconfiggerli – erano organizzati in tribù federate in una lega. Nel territorio del Molise vivevano i Pentri, sulle alture degli Appennini, e i Frentani, lungo la costa. Queste popolazioni si ricollegavano a miti antichissimi legati agli animali, i primi al toro, i secondi al cervo. Dediti all’agricoltura e alla transumanza – i tratturi infatti erano già ampiamente sfruttati – i Sanniti commerciavano con gli Etruschi, i Piceni, le città magnogreche e transadriatiche, come testimoniato dai numerosi reperti rinvenuti nelle necropoli molisane (ceramica, gioielli, oggetti legati alla vita quotidiana). Le armi e le armature testimoniamo la presenza di una ricca aristocrazia guerriera, abile nell’arte della guerra, combattuta per mezzo delle temute legioni sannitiche.

Campobasso: Museo Sannitico, elmo e punte di lancia in bronzo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Campobasso: Museo Sannitico, elmo e punte di lancia in bronzo
Tra gli oggetti più interessanti spicca una vetrina popolata da statuette di bronzo raffiguranti l’eroe divinizzato Ercole, rinvenute nei santuari eretti lungo le rotte della transumanza. Mi emoziono quando rivedo la statuetta della foto sottostante che mi ricorda un periodo della mia vita in cui per vivere facevo la fotografa (analogica!) specializzata in documentazione di scavo e riprese di oggetti archeologici. Un giorno venni chiamata proprio a fotografare questo bronzetto di Ercole per il catalogo di un’importante mostra sui Sanniti, tenuta a Roma al Museo Nazionale Romano.

Campobasso: Museo Sannitico, statuetta bronzea raffigurante Ercole [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Campobasso: Museo Sannitico, statuetta bronzea raffigurante Ercole
Prima di lasciare il museo visitiamo anche una mostra temporanea dedicata alle “Trame longobarde” che si propone di illustrare al pubblico le tecniche antiche di tessitura attraverso l’esposizione di abiti, tessuti e telai in uso tra il VI e l’VIII secolo d.C.

Campobasso: Museo Sannitico, tessitura moderna di un capo d'abbigliamento longobardo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Campobasso: Museo Sannitico, tessitura moderna di un capo d’abbigliamento longobardo
Terminata la visita del Museo ci dedichiamo a qualche acquisto gastronomico: dalle specialità molisane in barattolo (aglio marinato, pallotte cacio e uova, pizza e minestra) al caciocavallo, alle cipolle rosse piatte e di grandi dimensioni, ottime da cucinare al forno dopo averle tagliate in grosse fette cosparse di pan grattato.

Campobasso: cipolle rosse [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Campobasso: cipolle rosse
È ormai mezzogiorno passato, la temperatura è alta, concludiamo la nostra visita di Campobasso presso la settecentesca Villa comunale attrezzata con panchine all’ombra e fontanelle e popolata di cedri del Libano, sequoie, cipressi e tigli. La contessa Marianna De Capoa, ultima proprietaria, la donò al Comune di Campobasso nel 1875. Abituati da giorni alla cadenza molisana, non ci saremmo mai aspettati di incontrare proprio qui un romanaccio doc del Quadraro accompagnato da un vecchio cane, un tipo da centri sociali,  che ci racconta della sua nuova vita a Campobasso.

Sono quasi le due, la settimana di vacanza sta volgendo al termine e con i nostri zaini lentamente ci avviamo verso la stazione ferroviaria dove un pullman delle ferrovie (purtroppo sono mesi che il treno diretto Campobasso -Roma è sospeso) ci condurrà a Isernia per poi prendere il treno per Roma.

[Maria Teresa Natale, travel designer e guida turistica]

 

 

 

 

2 comments

  1. vorrei fare la via del tratturo. potete mandarmi altre informazioni tipo date costo ecc ecc grazie

  2. Ciao,
    innanzitutto se vuoi fare il cammino ti consiglio di farlo in autunno o in primavera perche’ d’estate è molto caldo.
    E’ meglio sempre essere almeno in due, non si sa mai…
    Da poco è stata pubblicata una guida da Ediciclo, costa 12 euro e puo’ comunque essere di aiuto.
    Da questo sito https://viadeltratturo.it/ puoi scaricare le tracce e trovare numerose informazioni utili.
    I costi non sono alti, limitandosi al vitto e all’alloggio. Noi abbiamo trovato le info sugli alloggi sulla guida o cercando su Internet.
    Comunque, se ti leggi i 7 post che abbiamo scritto con la nostra esperienza, trovi molte informazioni utili
    http://www.appasseggio.it/blog/la-via-del-tratturo-tappa-1-da-pescasseroli-a-villetta-barrea/

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