Favole da libreria: la serratura di pietra

Oggi la libreria mi ha ispirato una nuova storia che ti invito a leggere: la favola della serratura di pietra.

Una pietra grigia, liscia e piatta rimase per chissà quanti anni, decenni o secoli sotto una goccia d’acqua che, con la sua inesorabile forza paziente, scavò un foro attraverso la pietra.

La serratura di pietra

In un tempo e in un luogo diverso due vecchie chiavi, finite abbandonate in soffitta, fecero conoscenza, si piacquero, si raccontarono i fatti delle loro vite e alla fine diventarono vere amiche.

Una chiave era grande, alta e snella, chiacchierona ed allegra; il tempo aveva lasciato le sue tracce sull’altra chiave che era molto antica, piccola, scura. Amava stare a sentire la sua amica e interveniva poco, ma con grande saggezza. Fra le due chiavi non c’era mai stata qualche ruggine e si volevano bene come sorelle.

Due chiaviQuando si ritrovarono accanto alla pietra grigia forata, sullo scaffale della libreria, la chiave più grande si sarebbe messa a ballare dalla gioia se non fosse stata una chiave. Perciò si limitò a gioire con l’amica: –  Guarda, guarda che incredibile fortuna! Abbiamo una serratura sopra di noi! Evviva! Dobbiamo organizzare una spedizione per raggiungerla! Io che sono più alta e forte potrei sollevarti fino al buco della serratura! Poi te mi aiuteresti in qualche modo… Che splendida, meravigliosa occasione!

–  Mmmm… –  Bofonchiò l’altra chiave che, essendo molto anziana, si assopiva spesso e si era appena svegliata.

–  Che vuol dire …mmm…? – Replicò l’amica con meno entusiasmo di prima.

La vecchia chiave, ormai sveglia del tutto, disse con calma: – Sei sicura che questa dietro di noi sia una porta? E che quel foro lassù sia veramente una serratura? Io di serrature ne ho viste tante in vita mia e nessuna di esse aveva quella forma ed era fatta di questa materia. E, se fosse veramente l’apertura di una porta, riusciremmo noi ad aprirla? E, se pure l’aprissimo, cosa ci aspetterebbe dietro la porta? Forse solo un bel buco nell’acqua!

–  Mamma mia come sei negativa! – Sbottò la chiave più giovane. – Pensa all’impresa, all’avventura! Dobbiamo pensare, calcolare e sperimentare il modo migliore per arrivare lassù! La nostra missione è aprire le porte…

– Chiudere… – La interruppe l’amica – Aprire! – Replicò l’altra.

– Chiudere.

–  Aprire!

E scoppiò un acceso battibecco tra le due chiavi che non avevano mai litigato in vita loro. Ma dopo poche frasi la vecchia chiave disse con calma ma grande autorevolezza:

– Adesso basta! Fammi parlare! Abbiamo entrambe ragione; siamo state create sia per chiudere che per aprire le porte, è innegabile. Ma vuoi mettere il fascino di una porta chiusa? Poter immaginare cosa c’è al di là della porta, sognare tesori abbandonati dai pirati, preziosi vasi d’oro lasciati dai ladroni ai tempi di Ali Babà, meravigliose stoffe di seta e di raso per gli abiti della Regina delle Fate… Sognare… ipotizzare… inventare… creare…

E la vecchia chiave si appisolò di nuovo, con grande disappunto della sua amica che sta ancora cercando si svegliarla. Ma con cautela e gentilezza, perché le vuole un mondo di bene.

 

ATTIVITA’ LUDICO-DIDATTICHE

Parole da esplorare: cautela, occasione, bofonchiare, negativa, battibecco, autorevolezza.

Modi di dire da scoprire: esserci della ruggine tra due persone, fare un buco nell’acqua.

Un finale da trovare… per giocare: la “porta”  rimase chiusa o venne aperta? Se venne aperta, cosa trovarono le due amiche chiavi dietro la porta? E, se rimase chiusa, cosa sognarono?

[Elena Tredici, 14 marzo 2020]

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