Favole da libreria: Storia di Conchiglia la bella e della Pietra che piange

Oggi, osservando la mia libreria con gli scaffali costellati di volumi e oggetti, mi è venuto in mente di raccontarvi una nuova storia.

C’era una volta, migliaia e migliaia di anni fa, una piccola ma bellissima conchiglia bianca che viveva felice sul basso fondale di sabbia di un mare tiepido e limpidissimo.

Ma in quei tempi remoti il clima era capriccioso e, ogni tanto, cambiava idea. Così arrivò il freddo con i suoi ghiacciai e il mare si ritirò di diversi metri lasciando il piccolo e delicato guscio bianco della conchiglia dentro la sabbia.

Passò il tempo, la sabbia che avvolgeva la conchiglia divenne sempre più compatta fino a trasformarsi in una roccia tenera e facilmente scavabile chiamata arenaria e situata non troppo lontano dalla costa del mar Tirreno.

La conchiglia, a causa dei movimenti del terreno, sbucava appena appena verso l’esterno perciò fu facilmente trovata da una ragazzina curiosa che amava raccogliere tutto quello che la natura poteva donarle per soddisfare la sua fantasia: buffi sassi, vetri levigati dall’acqua, gusci e spoglie di creature marine, ali ed elitre di insetti morti, gusci di larve di cicala, pelli lasciate dalle bisce fra l’erba…

Con tanta pazienza e l’aiuto di un coltellino e di un pennello, la ragazza tolse l’antica sabbia che circondava la conchiglia finché essa non emerse in gran parte. Ebbe l’accortezza, però, di lasciarle attorno sabbia sufficiente per farle da “letto” e da basamento. Era molto fiera della sua bella conchiglia bianca e non l’abbandonò mai, portandola sempre con sé nelle varie case in cui abitò e destinandole sempre uno scaffale della sua libreria.

Durante l’ultimo trasloco, la ragazza (ormai diventata grande), trovò dentro una scatola di ricordi di gioventù uno strano sasso che non aveva mai avuto il coraggio di buttare. Era un ciottolo di fiume o di mare, levigato dall’acqua in modo curioso: sembrava un volto appena abbozzato, dal naso piatto e gli occhi tristi, piegati all’ingiù. Dall’occhio destro scendeva una lacrima nera disegnata a matita chissà quando.

Adesso il sasso piangente e la conchiglia bianca si tengono compagnia sullo scaffale. Guardandoli vicini vengono in mente fiabe meravigliose con principi innamorati di principesse irraggiungibili o leggende di guerrieri crudeli trasformati in sasso da fate buone…

Ma forse la storia più bella da narrare è quella del potere che ha il tempo sulle cose, un tempo che riesce a fare veri incantesimi lisciando le pietre dure come il granito ma anche salvaguardando le delicate venature di un guscio di conchiglia rimasto sepolto nella sabbia centoventicinquemila anni fa.

ATTIVITA’ LUDICO-DIDATTICHE

Parole da esplorare:

accortezza, basamento, fiera, abbozzato, granito

Il gioco dei “perché”:

  • Perché se arrivano i ghiacciai il mare si ritira?
  • Perché le larve (ninfe) di cicala hanno il “guscio” (involucro ninfale)?
  • Perché i serpenti lasciano la pelle tra l’erba?

Una parola non detta:

la conchiglia bianca protagonista della storia è un fossile. Scopri cosa significa questa parola.

[Elena Tredici, storica dell’arte, 14 aprile 2020]

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