Il Giovedì santo e la lavanda dei piedi: appasseggio tra musei e gallerie

Continuiamo a non poter uscire di casa a causa del Covid 19 e così essendo la settimana di Pasqua, dopo esserci dedicati alla Domenica delle Palme, oggi vi proponiamo una passeggiata tra biblioteche, musei e gallerie sul rituale della lavanda dei piedi.

Il giovedì santo è il giorno in cui Gesù consumò a Gerusalemme l’ultima cena della sua vita terrena prima di essere crocifisso, Proprio quella sera si tenne la cerimonia della lavanda dei piedi in cui egli lavò i piedi agli apostoli.

L’episodio è narrato nel Vangelo secondo Giovanni: 13-1-15:

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Rispose Gesù: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo”. Gli disse Pietro: “Tu non mi laverai i piedi in eterno!”. Gli rispose Gesù: “Se non ti laverò, non avrai parte con me”. Gli disse Simon Pietro: “Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!”. Soggiunse Gesù: “Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti”. Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: “Non tutti siete puri”.
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”.

Il rito della cena pasquale ebraica prevedeva che prima del pasto il capofamiglia lavasse le mani ai commensali. Gesù reinterpreta l’azione, sostituendo le mani con i piedi, come un servo nei confronti del padrone, in segno di umiltà e di grande amore per i suoi discepoli.

Tutt’oggi la Chiesa cattolica replica la cerimonia della lavanda dei piedi, nota fin dal Medioevo come Mandatum, nel corso della Messa in Cena Domini il giovedì santo. Ogni anno – non il 2020 ovviamente a causa delle restrizioni per emergenza sanitarie – alcuni borghi ne ripropongono la rievocazione storica associata a una processione. Uno di questi è l’Isola di Procida che abbiamo visitato durante la settimana di Pasqua 2018.

La lavanda dei piedi (pedilavium in latino  e podonipsie in greco – da πούς = poús =  piede e νίψειν = nípsein = lavare) fu rappresentata già prima dell’era cristiana, quando era usanza che un servitore lavasse i piedi a un ospite giunto a destinazione scalzo o coi sandali. Nell’Odissea, Omero narra che la nutrice di Ulisse, Euriclea, lavò i piedi al suo protetto.

Della cerimonia della lavanda dei piedi ne parlarono Tertulliano (145-220), Sant’Anastasio, Sant’Agostino. Nel Medioevo, il pedilavium fu praticato sin dal IV secolo dai monaci irlandesi, come ci racconta ad esempio San Brendano nella sua Navigatio (XXIV, 328). E nelle abbazie benedettine si svolgeva addirittura un Mandatum pauperum, riferito all’accoglienza dei poveri e dei lebbrosi, e un Mandatum Fratrum, che in alcune comunità monastiche si svolgeva addirittura ogni sabato dopo i Vespri.

Ma anche sovrani, imperatori vescovi e papi praticarono nei secoli la lavanda dei piedi che in Inghilterra veniva chiamata Royal Maundy effettuata il giovedi santo o Maundy Thursday.  

I riformatori – Lutero e Calvino – non ebbero gran considerazione del rituale della lavanda dei piedi, considerata un’ipocrisia, mentre nel XVI secolo un gruppo di anabattisti che si fecero chiamare podonipsiae, osservava alla lettera i precetti del rituale, considerandolo addirittura alla stregua di un sacramento da rispettare per la remissione dei peccati.

Anche nell’impero asburgico il rituale della lavanda era tradizione rispettata. Ogni anno il giovedì santo l’imperatore e l’imperatrice lavavano i piedi a dodici uomini e dodici donne, in genere anziani molto poveri che venivano lavati per l’occasione. Dopo la cerimonia i fortunati ricevevano in dono una brocca contenente vino bianco, una coppa d’argento con l’aquila imperiale e una borsa con delle monete d’argento in memoria del tradimento di Giuda.

A San Pietro in Vaticano, la lavanda dei piedi viene tradizionalmente effettuata dal papa. Nel 2019 papa Francesco lavò i piedi a dodici detenuti nel carcere di Velletri. Quest’anno, invece la cerimonia è stata eccezionalmente cancellata con apposito decreto a causa dell’emergenza Covid.

Ma com’è stata raffigurata la lavanda dei piedi nelle diverse espressioni artistiche? Vi proponiamo una serie di immagini, afferenti a collezioni di biblioteche, musei e luoghi sacri dove autori famosi e meno famosi di epoca medievale, rinascimentale, barocca, ottocentesca hanno interpretato su diversi supporti e con diverse tecniche l’episodio della lavanda dei piedi. Tintoretto dipinse addirittura sei opere sullo stesso soggetto.

Osservate con attenzione le ambientazioni, le architetture, le gamme cromatiche, i chiaroscuri, le linee di fuga, ma anche i dettagli, i catini, i sandali, le aureole di Cristo e dei Santi, il vestiario.

E poi una piccola caccia al tesoro:

  • Talvolta Giuda, l’apostolo, traditore, è raffigurato senza aureola. Individuatelo.
  • In alcuni casi le teste degli Apostoli sono isocefale – tutte della stessa altezza – in quali opere?
  • In quale opera compaiono dei pellicani, uccelli che simboleggiano il sacrificio di Cristo?
  • In quante delle opere del Tintoretto compare un cane?
  • In quali opere compaiono sia la scena della lavanda dei piedi sia la scena dell’Ultima Cena?

Buona osservazione!!!

In alto: Miniatura dell’evangeliario di Otone III, X secolo
Monaco di Baviera: Bayerische Staatsbibliothek
Fonte: WikipediaIn alto: Mosaico, XI secolo
Chios, Monastero di Nea Moni
Fonte: Wikipedia

In alto: Miniatura realizzata in Francia, 1270 circa
New York, Metropolitan Museum

In alto: Vetrata centrale del coro, 1215 circa
Laon, cattedrale di Notre-Dame de Laon
Fonte: Wikimedia

In alto: Giotto, 1303-1305
Padova, Cappella degli Scrovegni
Fonte: Wikipedia

In alto: Duccio di Boninsegna, 1308-1311
Siena: Museo dell’Opera metropolitana del Duomo
Fonte: Wikimedia

In alto: Pietro Lorenzetti, 1310-1319 circa
Assisi, Basilica inferiore di San Francesco
Fonte: Wikipedia

In alto: dittico in avorio, XIV secolo
Lisbona, Fondazione Calouste Goulbenkian
Fonte: Wikipedia, CC BY SA, foto di Patrick Clenet

In alto: Meister des Hausbiches, 1475
Berlino, Gemäldegalerie
Fonte: Wikipedia

In alto: Giovanni Agostino da Lodi, 1500
Venezia, Gallerie dell’Accademia
Fonte: Wikipedia

In alto: Icona russa, Scuola di Pskov, XVI secolo
Fonte: Wikipedia

In alto: Tintoretto, 1548-1549
Madrid, Museo del Prado
Fonte: Wikimedia

 

 

 

 

 

In alto: Tintoretto, 1548
Shipley Art Gallery, Gateshead
Fonte: Arteworld

In alto: Tintoretto, 1545-1555
Art Gallery of Ontario
Fonte: Ago

In alto: Tintoretto, 1575-1580
Londra, National Gallery

In alto: Tintoretto, XVI secolo
Venezia, Chiesa di Santo Stefano
Fonte: VeniceCafè

In alto: Tintoretto, 1590-1592
Venezia, Chiesa di Chiesa San Moisè, , Cappella del Santissimo Sacramento
Fonte: VeniceCafè

In alto: Ignoto pittore romano, 1716
Museo Diocesano Tridentino, sede di Villa Lagarina
Fonte: Wikipedia, CC BY SA 4.0, foto di Niccolò Caranti

In alto: Lucas Cranach il Vecchio, 1472-1553
Passionario del Cristo e dell’Anticristo: mentre Gesù lava i piedi ai suoi discepoli,
il Papa è seduto sul trono e si fa baciare i piedi da un suddito
Fonte: Wikimedia

Fonte: Battistello Caracciolo, 1622
Napoli, Coro della Certosa di San Martino
Fonte: Wikipedia

In alto: Rembrandt, 1640-1649
Rijksmuseum, Amsterdam
Fonte: Wikipedia

In alto: Theo Zhaske, dal libro Viribus Unitis, 1898
Fonte: Hofburg, Kaiserappartments

Concludiamo la nostra rassegna invitandovi a guardare un video di Adrien Machado dalla performance “Podonipsie” di Sorane Rotellini realizzata in occasione dell’evento creativo Les Arts Buissonniers 2019 (Seuils).

[Maria Teresa Natale, Travel designer e guida turistica, 9 aprile 2020]

Vedi anche:

La Domenica delle Palme nell’iconografia: appasseggio tra musei e gallerie

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