La via Appia antica tra il IV e il V miglio: archeologia, storia, cinema e musica

Passeggiata lungo il rettifilo quasi perfetto dell’antica strada romana, fiancheggiata da mausolei e sepolcri a torre.

E’ uno dei tratti più spettacolari dell’Appia antica, definita dal poeta Stazio regina viarum: qui le sopravvivenze archeologiche proseguono ininterrotte in una cornice di pini e cipressi che esaltano i ruderi e conferiscono alla strada un aspetto solenne, ma allo stesso tempo bucolico.

La via Appia venne fatta costruire dal censore Appio Claudio a partire dal 312 a.C. Attraverso un tragitto quasi sempre rettilineo collegava l’Urbe con Capua.  In seguito, con l’espansione romana nel sud della penisola, il suo percorso venne esteso fino a Brindisi.

All’originaria funzione militare, soprattutto nel periodo imperiale, si affiancò quella commerciale e spirituale.

Una passeggiata piacevole per godere dell’incantevole paesaggio e per tuffarsi nella storia e nelle leggende della Roma antica con citazioni letterarie e musicali e riferimenti a scene del cinema italiano.

Ecco solo alcuni dei punti d’interesse presso i quali soffermarsi:

  • la Torre di Capo di Bove: mausoleo in calcestruzzo di selce che si innalza a torrione parallelepipedo. Una targa apposta sul sepolcro ricorda che il celebre astronomo Angelo Secchi nel 1855 effettuò le misurazioni trigonometriche lungo il rettifilo dell’Appia da qui fino alle Frattocchie. In base a tali misurazioni, nel 1871 fu verificata la rete geodetica italiana, come ricordato da una targhetta di bronzo apposta dall’Istituto Geografico Militare.
  • il Forte Appia:  uno dei sedici fortini militari costruiti a Roma dai Savoia all’indomani dell’Unità d’Italia, come parte integrante della cintura difensiva della città .
  • il Sepolcro di Seneca: al momento dello scavo si rinvenne in loco un sarcofago con la rappresentazione del mito di Ati e Adrasto, trasportato successivamente nel mausoleo di Cecilia Metella. La datazione del sarcofago alla seconda metà  del II secolo d.C. fece cadere la suggestiva ipotesi dell’attribuzione del sepolcro a Seneca, vissuto tra il 50 a.C. e il 40 d.C.
  • i tumuli degli Orazi e Curiazi: qui nei pressi si sarebbe svolto il celebre duello tra i due gruppi di fratelli, durante il regno di Tullo Ostilio. Per risolvere l’interminabile conflitto tra Roma e Alba Longa, si rimise la decisione a un duello tra tre Albani e tre Romani, i tre fratelli Curiazi e i tre fratelli Orazi. Nel confronto, due dei romani caddero per mano dei Curiazi, uccisi a loro volta in luoghi tra loro distanti dal terzo Orazio, che era riuscito a fuggire verso la città.
  • i pini e i cipressi dell’Appia: La prima sistemazione arborea dell’Appia si deve all’architetto archeologo Antonio Muñoz che negli anni ’30, in epoca fascista piantò lungo il percorso pini e cipressi. Il compositore Otorino Respighi nel 1924 dedicò un poema sinfonico ai pini di Roma, musicando un brano specifico sui pini dell’Appia.
  • il sepolcro a dado a forma di enorme fungo che compare anche in una delle scene del primo film di Pier Paolo Pasolini, Accattone, girato nel 1961.

SCHEDA ROADBOOK

Categoria: Passeggiata a piedi o in bicicletta
Partenza: Incrocio tra via Appia antica e via Cecilia Metella
Coordinate partenza: 41.849800º N 12.523300º E
Arrivo: Casal Rotondo
Coordinate arrivo: 41.895934º N 12.472124º E
Lunghezza totale (km): 3,7 km (solo andata)
Tempo di percorrenza: tre ore andata e ritorno
Info aggiuntive: Sconsigliato quando fa molto caldo. Consigliato presto la mattina o prima del tramonto. Percorso solo pedonale di domenica e nei giorni festivi.
Autori roadbook: Redazione di Appasseggio

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