La Via del Tratturo, tappa 1: da Pescasseroli a Villetta Barrea

Sette post per raccontare la nostra esperienza di 110 chilometri in 6 giorni [2-7 luglio 2021], lungo la Via del Tratturo, da Pescasseroli in Abruzzo a Campobasso in Molise, lungo una delle rotte millenarie della transumanza, che quest’anno si è trasformata in un vero e proprio cammino con guida cartacea (Ediciclo, 2021) e tracce GPS disponibili sul sito web dedicato (https://viadeltratturo.it/). Partiamo in quattro da Roma, certamente luglio non è il periodo migliore per via delle alte temperature, ma alla fine la nostra avventura si rivelerà un successo per la bellezza dei paesaggi, le storie delle persone incontrate, i borghi visitati, la gastronomia locale.

Decidiamo di prendere il treno dalla Stazione Tiburtina per Avezzano per poi intercettare il pullman per Pescasseroli, ma ecco subito il primo intoppo, il treno non parte per via di un incendio sulla linea, poco male, piano B immediato, scopriamo che c’è un pullman TUA per Avezzano che parte in tempo per intercettare la coincidenza, anzi l’intervallo è sufficiente per rilassarsi nel caffè del terminal ad Avezzano gustando un gelato con sottofondo di Berry White e incontrare un vecchio collega che vive lì.

Fermata del pullmann ad Avezzano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Fermata del pullmann ad Avezzano [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Sono quasi le 21 quando finalmente scendiamo dal secondo pullman nella storica piazzetta di Pescasseroli e raggiungiamo il B&B La Piazza, gestito da Salvatore e raccomandato dalla guida. Le camere, in un edificio secentesco, sono accoglienti e arredate con gusto: ci colpisce su una parete una sorta di gioco dell’oca sulla vita di Napoleone che Salvatore confessa essere la bomboniera di una cerimonia a cui ha partecipato all’Elba.

Chiamiamo quindi Cesidio, di Ecotour, il quale ci consegna il salvacondotto che porteremo con noi durante il cammino e che faremo timbrare di tappa in tappa. Numeri 27, 28, 29, 30, ci sentiamo quasi dei pionieri. Per cena, andiamo al Picchio, un ristorantino a pochi passi dalla piazza: ci serve il cameriere Bruno che ci racconta che suo padre, dai 6 ai 20 anni, accompagnava le greggi transumanti.

Ci confrontiamo subito con la cucina locale: olive ascolane caratterizzate da un pastellato che diventa un tutt’uno con l’oliva. C’è poi chi decide di assaggiare i carratelli con gli orapi, una sorta di spinaci selvatici d’alta quota noti come la “verdura del freddo”, un tempo molto più diffusi per il passaggio delle numerosissime greggi che concimavano la terra al loro passaggio. E c’è chi propende per la gustosissima ‘pizza del brigante’ con pomodori, melanzane arrostite e guanciale. Per finire torta con fichi, mandorle e noci, accompagnate dal liquore di genziana, tipico dell’Abruzzo.

Carratelli con gli orapi [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Carratelli con gli orapi [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Torta con fichi, mandorle e noci [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Torta con fichi, mandorle e noci [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Dopo una notte di tranquillo riposo, prima sosta allo storico forno in piazza per organizzare il pranzo al sacco, rifornimento d’acqua alla fontana e foto di gruppo di fronte all’insegna della Via del Tratturo accanto all’ingresso del negozio Ecotour.

Inizio della Via del Tratturo a Pescasseroli [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Inizio della Via del Tratturo a Pescasseroli [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Si parte, prima tappa Pescasseroli-Villetta Barrea, circa 20 km. Avviamo il GPS, che si rivelerà fondamentale in quanto il cammino non è sempre ben segnalato (le tracce si possono richiedere sul sito dedicato al cammino) e il tratturo, soprattutto nel tratto abruzzese spesso non è più riconoscibile oppure è coincidente con la SS Marsicana.

Il cammino lungo il Vallone dell'Orso [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Il cammino lungo il Vallone dell’Orso [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lasciato il paese, percorriamo il Vallone dell’Orso, ingiallito dal verbasco, meglio noto come tasso barbasso o “candela del re” perché in epoca romana il fusto veniva usato come torcia. Le foglie vellutate possono essere usate come carta igienica d’emergenza o come cuscinetti per scarpe troppo strette.

Il tasso barbasso [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Il tasso barbasso [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lungo il cammino, incontriamo uno dei rari cippi tratturali sopravvissuti. La luce radente consente di distinguere le lettere RT che stanno per Regio Tratturo. Molti erano i tratturi e tratturelli che si sviluppavano tra l’Abruzzo, il Molise, la Campania e la Puglia, il più importante era il Tratturo Magno tra l’Aquila e Foggia, ma altre direttrici importanti erano il Pescasseroli-Candela che abbiamo percorso per due tappe e il Castel di Sangro-Lucera incrociato oltre Villa Scontrone.

Cippo tratturale nel Vallone dell'Orso [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Cippo tratturale nel Vallone dell’Orso [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
I pastori con le loro greggi praticavano la transumanza in autunno quando, accompagnati da cani e muli, in una ventina di giorni raggiungevano il Tavoliere della Puglia per evitare gli inverni rigidi per poi rientrare in Abruzzo all’inizio dell’estate, evitando le estati torride. In questo modo le pecore avevano a disposizione in ogni stagione il miglior terreno per alimentarsi. I tratturi erano quindi vie di transito ma anche luoghi di pascolo, dove i pastori trovavano abbeveratoi, cappelline, taverne, mercati per gli scambi commerciali con le popolazioni locali.

Al termine del Vallone dell’Orso, percorriamo per un breve tratto la SS 83 Marsicana fino alla Pagliara di Opi, un antico insediamento pastorale costituito da una serie di edifici adibiti a stalle, fienili e depositi di legna da ardere. Molti sembrano in disuso, ma alcuni vengono ancora utilizzati dagli abitanti di Opi, come ci racconta Vincenzo, intento a curare il suo orto. Ci rinfreschiamo al fontanile e in pochi minuti raggiungiamo il bivio per Forca d’Acero.

La Pagliara di Opi [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
La Pagliara di Opi [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
All’altezza della Vecchia Locanda parte il sentiero che conduce verso la Val Fondillo. Prima di imboccarlo scambiamo due chiacchiere con un altro Vincenzo, originario di Villetta Barrea, unico di sedici figli a non essersi occupato di ristorazione.

Verso la Val Fondillo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Verso la Val Fondillo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Saliamo lungo il sentiero verso il Colle Frassineto fino alla ex segheria all’inizio della valle: l’Ente Parco ha trasformato l’area circostante in un’area servizi con un Museo della Foresta, un punto informativo, uno spaccio con servizi annessi e un’area picnic, ideale per il nostro pranzo al sacco.

Ci rimettiamo presto in cammino, purtroppo non possiamo evitare cinque chilometri sull’asfalto della SS Marsicana fino all’incrocio con la Strada della Camosciara.

Speed kills bears [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Speed kills bears [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Da lì risaliamo verso la Piana della Corte e finalmente ritroviamo il tratturo delimitato da ordinati muretti a secco, ripristinati di recente.

Lungo il tratturo verso Piana della Corte [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lungo il tratturo verso Piana della Corte [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Saliamo fino alla fonte Jajaque, l’acqua è freschissima. Accanto al fontanile si apre il grande stazzo dove un tempo centinaia di pecore sostavano per la notte prima della ripartenza la mattina successiva dopo la mungitura. Il suono delle campanelle al collo degli ovini doveva rimbombare ai piedi dell’anfiteatro naturale della Camosciara, che oggi conserva ancora lacerti di neve a seguito di un inverno eccezionalmente rigido.

Fonte Jajaque [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Fonte Jajaque [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Proseguiamo lambendo una collinetta con una delle tante croci che incontreremo lungo i sentieri.

Croce lungo il tratturo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Croce lungo il tratturo [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Inizia quindi la discesa verso Civitella Alfedena, graziosissimo borgo montano dove incontriamo Natalino, un vecchietto in pensione che con un martelletto scolpisce metodicamente un blocchetto di granito per ricavarne una sfera. Racconta che ne ha già realizzate diverse e che questo passatempo è nato da un gioco da tavolo cinese corredato di sfere, alcune delle quali si erano rotte cadendo: da qui l’idea di sostituirle con altrettante realizzate artigianalmente.

Nel cortile di un vicino edificio, l’architetto faentino Andrea, in vacanza a Civitella, sta realizzando uno spazio pubblico sensoriale all’area aperta arredato con sedili di paglia, fasci di lavanda e altre essenze, uno spazio “nel quale le percezioni si prendono il tempo che serve per definirne la forma. Un supporto alla sosta per consumare un pasto o per il semplice stare. […] In che modo? Utilizzando i senZi” per riuscire “a recepire le informazioni del mondo che ci circonda. Un pizzico di empatia e una spruzzata di senZo di comunità che ci premettono di condividerne i frutti e preservarne l’integrità”. E da cosa nasce il neologismo senZo? L’architetto ci spiega che l’idea gli è stata suggerita dalla recente gaffe toponomastica capitolina per l’inaugurazione della targa in onore del decimo presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi che il marmoraro aveva rinominato Azelio.

Murale a Civitella Alfedena [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Murale a Civitella Alfedena [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lasciamo a malincuore Civitella Alfedena – da qui parte anche il sentiero per andare a vedere i camosci passando per la Val Iannanghera – e in una mezzoretta raggiungiamo Villetta Barrea, alle pendici del Monte Mattone, dopo aver percorso la passeggiata lungo il fiume Sangro dove un padre con il figlio adolescente stanno raccogliendo bacche di sambuco.

Lungofiume a Villetta Barrea [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Lungofiume a Villetta Barrea [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Due cervi maschi dai palchi imponenti si sono spinti a pascolare fin quasi a bordo strada.

Cervi a Villetta Barrea [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Cervi a Villetta Barrea [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Prendiamo alloggio al B&B Airone, quasi al limitare del paese, dove veniamo accolti con estrema cordialità. Dopo una veloce spesa al market lungo la via principale, ceniamo alla trattoria il Pescatore. Stasera propendiamo per dei primi: gnocchi con zafferano e salsiccia e zuppa con fagioli e funghi.

Gnocchi con zafferano e salsiccia [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Gnocchi con zafferano e salsiccia [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Zuppa con fagili e funghi [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]
Zuppa con fagili e funghi [Foto: Associazione culturale GoTellGo / Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]

Terminiamo la serata nella piazzetta lungo il corso principale dove il Comune ha allestito un megaschermo per la proiezione dei quarti di finali degli Europei 2021 che si conclude con la vittoria dell’Italia. Ineccepibili e inaspettate le procedure per la sicurezza da Covid-19. Un fine di giornata che ci vede felici e soddisfatti.

[Maria Teresa Natale, travel designer e guida turistica]

 

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