Roma: serendipiwalk alla Garbatella

In questo post riportiamo i risultati del Serendipiwalk tenuto il 15 dicembre 2018 a Garbatella a Roma e organizzato dall’Associazione culturale GoTellGo nell’ambito delle iniziative finanziate dal bando “Cult! L’Ottava Meraviglia” del Municipio Roma VIII.

Serendipiwalkers a Garbatella [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Serendipiwalkers a Garbatella [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Alla passeggiata hanno partecipato residenti e non residenti (casalinghe, liberi professionisti, dipendenti pubblici, impiegati, pensionati, giornalisti, insegnanti) del Municipio che hanno contribuito con la loro esperienza all’elaborazione dei risultati che qui riportiamo e che costituiscono le basi di una mappa di comunità.

Serendipimap zona Garbatella [by Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Serendipimap zona Garbatella [by Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Nella mappa iniziale sono riportati i punti d’interesse presso i quali ci siamo soffermati e una serie di fotografie istantanee utilizzate nel corso del workshop.

Per ogni punto d’interesse, è riportata una breve descrizione che integra alcuni contributi dei partecipanti. Segue, virgolettata, una serie di commenti particolarmente significativi.

Alcuni grafici sintetizzano le sensazioni provate dai partecipanti durante il percorso.

PONTE SETTIMIA SPIZZICHINO (1)

“Modernissimo eppure profondamente evocativo”
“Bianco, pulito, bello al tramonto, diverso.”
“Moderno, bel design.”

“Bell’impatto visivo quando si esce dalla metro. Importante anche il ricordo storico del Ponte.
“Noto ricorrente degrado strutturale metro!”
“Degrado! Sporcizia intorno!”

Ponte Settimia Spizzichino [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, SS CC BY]
Ponte Settimia Spizzichino [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, SS CC BY]
Ad alcuni ricorda “la struttura attorcigliata dei gazometri”, per altri somiglia al DNA: il modernissimo ponte Settimia Spizzichino, cavalcavia che collega Garbatella e Ostiense, si staglia prepotente nel panorama del quartiere in tutta la sua affascinante vivacità. E’ un tipico esempio di “intreccio fra design moderno e memoria storica”: l’opera, inaugurata nel 2015, porta infatti il nome dell’unica sopravvissuta alla retata nazista che nel tremendo 1943 costrinse tutti gli ebrei della zona alla deportazione ad Auschwitz. Evidente la contrapposizione fra il bianco dell’arco sostenuto dai tiranti, pulito e terso, e il caos circostante, dovuto al degrado di una zona troppo trafficata e decisamente poco curata. Nonostante ciò il ponte, che si è in breve tempo guadagnato il favore dei residenti, riesce a dare un impatto visivo particolarmente suggestivo, di contrasto sul cielo azzurro e dai tratti futuristici al tramonto e di notte. Un’opera che corre, con sapore di modernità.

STENCIL DI C215 (2)

“Bellezza nascosta in una strada anonima.”
“Prima scoperta di oggi.”

Stencil di C215 [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Stencil di C215 [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Un goccio di pittura a ravvivare marciapiedi e mattoncini tutt’altro che colorati: in via Badoero, quasi spalle ai passanti, due ragazzi si baciano in mezzo a un’esplosione di polvere colorata, incuranti di ciò che accade intorno. E’ soltanto uno dei tanti amori che affollano le strade di Roma nati dalla mano di C215, al secolo Christian Guèmy, amante del gran Caravaggio e dei giochi di luce. Intorno, le tracce del Movimento per l’emancipazione della poesia danno voce alle pareti.

CASETTA ROSSA E PARCO CAVALLO PAZZO (3)

“Simbolo di aggregazione, un esperimento da replicare.”
“Bel punto di verde con giochi per bambini! Lontano da traffico e rumore!”
“Venivo qui quando ero piccola con mia madre per giocare con i miei amici mentre lei parlava con le amiche (quindi più di 40 anni fa già esisteva).”
“Odore di pane a Casetta rossa, cene nelle sere d’estate.”
“Sapori della cucina della Casetta rossa.”
“Si fa il pane alla Casetta rossa…”

La Casetta Rossa [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
La Casetta Rossa [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Ci allontaniamo dal traffico e dai rumori metallici che piovono sulle zone adiacenti la Metro: siamo a Parco Cavallo Pazzo, una zona dove smontare, riassemblare e manipolare non solo è legale, ma anche caldeggiato. “Qui si intravede l’idea di Garden City che fascia tutta la città“, commenta qualcuno. Gli anglosassoni in realtà li chiamano “parchi open source”; noi un nome ancora non gliel’abbiamo dato, ma il succo cambia poco: sono strutture a cielo aperto che mirano a stimolare la fantasia dei bambini, consci di quanto la creatività di un popolo sia uno dei massimi beni da preservare. Ma non solo: si può leggere anche come una lapidaria risposta al vandalismo che troppo spesso affligge le opere pubbliche outdoor della capitale.
Una vicenda, quella del parco, che si intreccia a doppio filo con la Casetta Rossa, vero esperimento sociale dell’area dove tradizione, gastronomia e solidarietà si sommano all’insegna della riqualificazione. Sembra utopia, e invece è una bella realtà di quartiere: fra le pareti rosse dell’edificio addobbate di street art con profumo di anni Settanta si promuovono iniziative interessantissime quali gruppi di lettura, incontri con gli autori, pasti sospesi (con ingredienti rigorosamente a km 0) e, non ultima, la curiosa usanza del forno comune, acceso ogni domenica e totalmente a disposizione di chiunque.
Oggi le stesse famiglie che nel 2002 misero in piedi la Casetta lottano giornalmente per non farla dismettere sotto i colpi e le contestazioni di chi ne sottovaluta la potenza aggregativa: sarebbe un peccato per un luogo così, da imitare piuttosto che intimidire.

I LOTTI  (4)

“Li ho sempre considerati l’anima, la vera espressione della Garbatella.”
“Silenzio anomalo per Roma.”
“Caro diario di Nanni Moretti.”

“Che armonia di case e verde.”
“Belli sempre gli edifici e la scalinata; odore di forno!”

“Spazio comune per stendere i panni.”
“Positiva l’idea degli spazi comuni.”

Lotti di Garbatella [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Lotti di Garbatella [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
“Sono l’anima, la vera espressione della Garbatella”: i lotti del quartiere, appezzamenti di terra che costituivano il fulcro della cosiddetta città-giardino, sono l’eccezione alla regola dell’urbanizzazione feroce; si tratta di palazzine piacevoli, di due piani o al massimo tre, dotate di cortili interni, spazi di aggregazione sociale e caratteristici stenditoi comuni.
Per capire a fondo la diversità della Garbatella rispetto agli altri spicchi di Roma bisogna fare un passo indietro: il rione nasce e cresce plasmato sulla garden city teorizzata da Raymond Unwin, ambizioso modello urbanistico nordeuropeo in cui le palazzine sono funzionali ma anche identitarie, diverse, colorate; lo stile architettonico dei primi lotti, costruiti sulla base del progetto urbanistico di Paolo Orlando negli anni Trenta,  fu denominato “barocchetto” e aveva un unico credo: evitare l’alienazione metropolitana, sperimentando uno stile decorativo che rendesse le case anche esteticamente piacevoli.
L’avvento del Fascismo stravolse i piani; calò di netto lo spazio verde in favore di edifici sempre più simili al palazzoni di città che non ai villini delicati degli albori.
Ciononostante, anche a distanza di decenni, le abitazioni moderne non hanno avuto la meglio sulle romantiche immagini di cortili e spazi coltivabili.
Ancora oggi si ha la sensazione che tutto sia al proprio posto, senza note stonate: la Garbatella, con i suoi panni stesi e i gatti appollaiati sui muretti, rappresenta una rarità negli anni della globalizzazione omologata.

LA SCOLETTA (5)

“Ricordi dei miei bimbi all’asilo.”
“Edificio storico recentemente ristrutturato.”
“Luogo di interesse pubblico per bambini.”

La ' Scoletta' di Garbatella [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
La ‘ Scoletta’ di Garbatella [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Sarà anche stata set cinematografico per tanti grandi artisti, fra cui Totò, ma qui alla Garbatella è per tutti la “Scoletta”: parliamo della Casa dei Bambini che, a dirla tutta, al principio neanche era una scuola: l’edificio che oggi vediamo su uno dei lati di piazza Longobardi è ricavato da una villa cinquecentesca appartenuta alla nobiltà papalina, a sua volta costruita sui resti di un’abitazione romana risalente al primo secolo d.C.
Pregi artistici a parte, autentico è il legame fra gli abitanti e la scuola, che nelle fattezze odierne è frutto del lavoro in puro stile barocchetto romano dell’architetto Innocenzo Sabbatini, all’opera nel cuore del rione fra il 1917 e il 1921.
Il solo guardarla catapulta nel passato, riporta alla memoria eventi e mette davanti a sé lo scorrere del tempo e la sua velocità, il tutto addolcito dal rumore d’acqua delle fontane vicine.

BAR DEI CESARONI (6)

“Simbolo di romanità ed autenticità popolare.”
“Ha reso il quartiere popolare.”
“Garbatella dev’essere ricordata anche per altro.”
“Una delle location più gettonate della Garbatella (sic!)”

Bar dei Cesaroni [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Bar dei Cesaroni [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Cercavano un posto che comunicasse un senso di romanità pura, e senza esitazione volsero il proprio sguardo al cuore della Garbatella: gli autori dei Cesaroni, fortunata serie TV con protagonista il capitolino doc Claudio Amendola, optarono infatti per collocare la bottiglieria dei fratelli Giulio e Cesare qui, nel bel mezzo di piazza San Giovanni da Triora, a cavallo di uno scorcio estremamente caratteristico della borgata. Fuori dagli schermi televisivi il locale ospita un frequentatissimo bar e Roma Club da quasi cinquant’anni. Fra linee rette disposte simmetricamente ai lati dell’edificio e case a due piani di aspetto tutt’altro che metropolitano, la piazza sembra un piccolo paese avvolto nelle maglie della grande città.

CHIESA DI SAN FRANCESCO SAVERIO (7)

“Enorme! fredda rispetto all’edilizia intorno.”

Chiesa di San Francesco Saverio [Foto: Associazione Culturale CC BY SA]
Chiesa di San Francesco Saverio [Foto: Associazione Culturale CC BY SA]
Eretta a parrocchia nel 1933, la Chiesa di San Francesco Saverio fu costruita da Alberto Calza Bini su piazza Damiano Sauli. Denota uno stile razionalista, con capitelli in stile ionico e una grande cupola che offre un discreto colpo d’occhio per le sue dimensioni.
Di curioso c’è che questa fu la prima parrocchia visitata da Giovanni Paolo II, che qui aveva fatto servizio pastorale nell’immediato dopoguerra, qualche mese dopo la sua elezione al soglio di Pietro.

SCUOLA “CESARE BATTISTI” (8)

“La mia scuola delle elementari, ci siamo spostati lì dopo che demolirono una piccola scuola che si trovava dove ora è l’air terminal Ostiense. Ci portava un autobus messo dal Comune apposta per noi (anni 60).”
“Dove mio figlio giocava a basket.”
“Set di “C’eravamo tanto amati” e “I Cesaroni””

Scuola Cesare Battisti [Foto Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Scuola Cesare Battisti [Foto Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Garbatella non significa solo barocchetto: in piazza Damiano Sauli, improntata al razionalismo fascista, si trova la scuola “Cesare Battisti”, edificata durante il ventennio come suggeriscono le quattro aquile littorie che improntano l’edificio.
L’Istituto, sito nel cuore pulsante del rione, ha cresciuto intere generazioni che la ricordano come “una costruzione dalle ampie volte e dai corridoi lunghi tanto da incutere timore”; non a molti però è nota la storia della scuola, adibita a postazione antiaerea in epoca fascista e poi a rifugio per sfollati nel dopoguerra. Un busto del gerarca fascista Michele Bianchi, rinvenuto di recente al secondo piano dell’edificio, ha permesso di far luce sulle vicissitudini del periodo pre-bellico e su come effettivamente la scuola fosse intitolata al quadrumviro, cosa confermata anche dall’incisione sulla stele posta all’ingresso. C’è chi, fra i romani, propone di renderla un museo cittadino, suggerendo chissà quanti altri piccoli reperti storici possano nascondersi fra le mura dell’edificio.

LA VILLETTA (9)

“Ricordi giovanili di lotta e delusioni.”
“Luoghi politici da ricostituire.”

“Quando ancora si sperava in un mondo migliore.”
“Delusione per le sezioni scomparse.”
“Luogo politico.”
“Già conosciuta, già frequentata.”

La Villetta [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
La Villetta [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
La Villetta ne ha passate delle belle, rimbalzata fra uno schieramento politico e l’altro a rispecchiare le tendenze che si sono succedute nei tumultuosi anni del Novecento. Al principio a impronta fascista, la struttura  assunse tinte rosse quando, ultimata la liberazione, il Partito Comunista Italiano decise di apporvi una sede, successivamente divisa in due dopo lo scisma interno fra Partito Democratico di Sinistra e Rifondazione Comunista.
La Villetta parla di storia, e lo fa attraverso varie targhe (“ce ne sono tante a Garbatella!”) che conservano le gesta del passato: in esse sono scolpiti non solo i nomi dei partigiani e dei combattenti della settima brigata Garibaldi, ma anche quelli dei “ribelli della Garbatella”, gruppo di impavidi che durante tutto il ventennio sfidò la ferocia fascista con piccole e grandi azioni di propaganda e sbeffeggio alle autorità.

Targa in onore dei partigiani e dei patrioti comunisti [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Targa in onore dei partigiani e dei patrioti comunisti [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Targa della storica Sezione del Partito Comunista italiano a Garbatella [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Targa della storica Sezione del Partito Comunista italiano a Garbatella [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]

CSOA “LA STRADA” (10)

Murales e poster sulle pareti esterne dello CSOA La strada [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Murales e poster sulle pareti esterne dello CSOA La strada [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Murale [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Murale [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Occupare uno stabile in disuso dell’ex mercato coperto di Garbatella per farne uno spazio per cineforum, una balera, laboratori per disegnare, corsi all’insegna della creatività: ne venne fuori La Strada, centro sociale fondato nel 1994 per mano di alcuni studenti universitari e medi del quartiere. L’obiettivo? “Offrire una via di fuga alla dispersione sociale che regna nelle periferie della metropoli, sperimentando una socialità altra che crede nei valori dell’antifascismo, dell’antirazzismo e dell’antisessismo: un approdo in cui si sono incontrate tante storie di tante generazioni.”
Le iniziative sono molteplici: da tornei di ping pong a conferenze storiche, lezioni di teatro e sfide a biliardino, piccole cose che contribuiscono a creare un’altra idea di socialità e una qualità della vita migliore.

TARGA DEL PARTITO REPUBBLICANO NEL LOTTO 15 (11)

Lotto 15. Targa dell'ex sezione del Partito Repubblicano Italiano a Garbatella [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Lotto 15. Targa dell’ex sezione del Partito Repubblicano Italiano a Garbatella [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Una targa in via Ferrati testimonia la presenza di una sottosezione a Garbatella del Partito Repubblicano Italiano, nato ufficialmente nel 1895 e poi protagonista di una cospicua fetta di storia italiana del Novecento con i vari La Malfa e Spadolini, fino alla vicenda Tangentopoli che di fatto ne segnò la diaspora.

MOBY DICK (12)

“I cittadini come motore di proposte”

Edificio degli ex bagni pubblici a Garbatella [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Edificio degli ex bagni pubblici a Garbatella [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Attivismo dei cittadini più azione dell’amministrazione è uguale a riqualificazione: è quanto successo alla struttura degli ex bagni pubblici a Garbatella, progettati e realizzati a inizio Novecento e diventati poi luogo di socializzazione e persino cospirazione contro il regime. Successivamente lo spazio, trasformato in sede di un’attività commerciale privata durante il boom economico e rimasto poi inutilizzato per anni, ha stuzzicato la fantasia dei residenti che, simbolicamente, la occuparono nel 2012, con il palese intento di smuovere le istituzioni. Dopo sei soli mesi di lavoro biblioteca, sala conferenza, sala convegni e spazio mostre erano già in piedi, in barba alla proverbiale inefficienza italiana.
Oggi Moby Dick è un modello, uno dei rari progetti di fermento culturale e un bell’esempio di riuso e rigenerazione degli spazi urbani che possono rafforzare il senso d’appartenenza di una comunità. E’ un segnale fortemente positivo che riconosce una grande fetta di merito al protagonismo dei cittadini, fautori e fruitori dei questo bene: dare una risposta al disuso con un mix di cultura e creatività è sempre una buona idea.

CINEMA-TEATRO PALLADIUM (13)

“Era un cinema dove andavo spesso con gli amici.”
“Il Palladium, una volta cinema-teatro popolare del quartiere ora a servizio dell’Università di Roma Tre.”

Cinema-teatro Palladium [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Cinema-teatro Palladium [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Oggi proprietà dell’Università di Roma Tre che vi organizza concerti e spettacoli, il cinema-teatro Palladium fu realizzato a cavallo fra gli anni Venti e Trenta dal solito Sabbatini, che per l’occasione mise da parte il prediletto barocchetto romano in favore di un’architettura che converge verso il liberty.
L’edificio, progettato per contenere fino a 500 persone, si presenta con una facciata rotonda e tre archi piuttosto maestosi; peculiari le abitazioni sovrastanti il cinema, concepite all’epoca come residenze per gli artisti.

A conclusione del contributo pubblichiamo due grafici. Il primo sintetizza la percentuale degli stimoli percepiti dai partecipanti in relazione agli incontri fatti, ai ricordi e ai cinque sensi.

Il secondo grafico sintetizza le sensazioni percepite dai partecipanti in relazione alla meraviglia, alla sorpresa, alla curiosità, allo stimolo alla riflessione, all’evocazione nel senso di ricordi o collegamenti, al desiderio di vedere valorizzati i luoghi visitati.

Workshop dei serendipiwalker a Garbatella [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Workshop dei serendipiwalker a Garbatella [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
[Alessandra Alesperide, Maria Teresa Natale]

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One comment

  1. Come partecipante devo dire che il lavoro finale lo trovo spettacolare.
    Non vedo l’ora di leggere gli altri resoconti dei percorsi che non ho potuto fare. Un lavoro professionale, unico e che spero serva al comune per valorizzare il patrimonio. Spero che anche la popolazione della Garbatella legga il rapporto

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