Roma: serendipiwalk nel quartiere San Paolo

Pubblichiamo i risultati del Serendipiwalk tenuto il 16 novembre 2018 nella zona di San Paolo a Roma e organizzato dall’Associazione culturale GoTellGo nell’ambito delle iniziative finanziate dal bando “Cult! L’Ottava Meraviglia” del Municipio Roma VIII.

Serendipiwalk in zona San Paolo[Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY]
Serendipiwalk in zona San Paolo[Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY]
Alla passeggiata hanno partecipato residenti e non residenti (liberi professionisti, impiegati, pensionati, giornalisti, insegnanti, ricercatori) del Municipio che hanno contribuito con la loro esperienza all’elaborazione dei risultati che qui riportiamo e che costituiscono gli ingredienti di una mappa di comunità.

Serendipimap Zona San Paolo [Foto by Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Serendipimap Zona San Paolo [Foto by Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Nella mappa iniziale sono riportati i punti d’interesse presso i quali ci siamo soffermati e una serie di immagini utilizzate nel corso del workshop.

Per ogni punto d’interesse, è riportata una breve descrizione che integra alcuni contributi dei partecipanti. Segue, virgolettata, una serie di commenti particolarmente significativi.

Alcuni grafici sintetizzano le sensazioni provate dai partecipanti durante il percorso.

SOTTOPASSO E METRO (1)
“La città assomiglia a un grande ragno che ti intrappola?”
“Non valorizzato né segnalato.”
“Se ce ne fossero di più, sarebbe meglio.”
“Un tema inquietante, inserito in un posto così degradato, lo rende più cupo.”
“Immagini contemporanee che ricordano miti antichi.”
“Da ripulire il sottopasso, serve maggiore visibilità.”

Stazione Metro B Ostiense: Aracne [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Stazione Metro B Ostiense: Aracne [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Da una parte la stazione, tutt’altro che ospitale, dall’altra il sottopasso, triste e tetro. Il sottofondo è l’alternarsi di campane e il solito, ritmato rumore metallico della Metro B, una combinazione “strana ed estremamente familiare“.  La parola d’ordine da qualche anno è riqualificare le cornici della città, far parlare i muri usando un linguaggio visivo. Qui, a dar voce alle ombrose pareti della Stazione San Paolo, ci pensano i personaggi di Diamond, protagonisti delle Metamorfosi di Ovidio riletti in chiave street: come Aracne, con viso umano e corpo di ragno (una metafora “della città che ti intrappola?“). Non è di certo il sottopassaggio pulito e bonificato che si cercava, un posto dove potersi piacevolmente soffermare; ma “meno male che ci sono“, questi street artists e la loro tavolozza di colori.

GAIA (2)
“Romanità rivisitata in nuovi contesti.”
“Da valorizzare e segnalare.”
“Brutto, non finito, inadatto al luogo.”
“Città antica, barocca e città nuova, muscolosa.”
“Artisti rivisitati in nuovi contesti.”
“Peccato sia deturpato.”

Via Ostiense. Il piccone demolitore e risanatore, Gaia [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Via Ostiense. Il piccone demolitore e risanatore, Gaia [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Ci si può ricordare della grandezza di Roma anche solo facendo benzina in Via Ostiense: non dappertutto, certo, ma qui sì, grazie all’opera di Gaia, street artist newyorkese che disegna i due volti della capitale, antica e moderna. Ecco così l’artista americano che, mirando a rappresentare la forte relazione fra passato e presente, pone una delle figure del Foro Italico in primo piano, seguita da una serie di banane in putrefazione e dalla “ Nuvola” di Fuksas; dietro, a fare da sfondo, la sagoma del Colosseo quadrato e la facciata del MACRO. “Il piccone demolitore e risanatore”, e l’edera che lo ricopre di tanto in tanto, documentano il passare del tempo e la città vecchia che si rispecchia in quella nuova.

POESIA URBANA
Oggi le leggo per la prima volta.”
“Mi intriga.”
“Condivisione popolare di bellezza.”
“Inclusione e cultura.”
“Sentimenti e romanticismo non guastano mai.”

Via Ostiense. Poesie urbane [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Via Ostiense. Poesie urbane [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Qua e là per il quartiere è possibile imbattersi nelle tracce lasciate dal Movimento per l’Emancipazione della Poesia, gruppo apartitico di azione sociale con il dichiarato intento di restituire alla poesia il ruolo che le compete. Questi “delicati versi sui muri” sono un esperimento del MeP (già portato avanti in varie altre zone d’Italia oltre che di Roma) che pare aver avuto una discreta approvazione popolare: c’è chi le preferisce ai graffiti come forme di arte urbana, chi ne esalta il potere evocativo e riflessivo; ma anche chi, sorridendo, lamenta che “sarebbe meglio fossero un po’ più allegre.”

RADIO SAN PAOLO (3)
“curiosità per la radio, troppo ignorata.”

Via Ostiense, Targa Radio San Paolo [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Via Ostiense, Targa Radio San Paolo [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Oggi di Radio San Paolo, al civico 204 di Via Ostiense, divenuta per metà Circolo Mieli e per metà edificio abitativo, non rimane nulla, se non una piccola targa bianca e un’iscrizione che la ricorda. Mezzo secolo fa invece era centro nevralgico della comunicazione locale e non, tanto che i nazisti, dopo l’8 settembre, corsero a occuparla: monopolizzare l’informazione era essenziale, specie in una delle zone, come San Paolo, più ostili all’invasore tedesco. Quando fu costruita, nel 1917, era il centro radio più potente del paese; ma per farsi conoscere da tutti dovette aspettare dieci anni dopo, quando rese possibile il salvataggio dei superstiti della spedizione nell’Atlantico del Nord guidata da Umberto Nobile, attraverso la captazione del loro SOS.

BORONDO – CIRCOLO MARIO MIELI (4)
“Non avevo mai notato i bei murales sulle facciate; evitare che scompaiano.”
“Meraviglia di tutti i sensi…Un respiro profondo che ci fa dimenticare il degrado circostante”
“Rara curiosità.”
“Non valorizzato né segnalato.”
“P
eccato i bei murales imbrattati e alcuni quasi cancellati.”
“Bel murales da rinforzare.”
“Sbiadito e ricco di sentimento.”

L'opera di Borondo sulle mura del Circolo Mieli [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
L’opera di Borondo sulle mura del Circolo Mieli [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Belli (e imbrattati, vittime di tanto in tanto di qualche ottuso blitz notturno), nascosti ai passanti distratti, i murales di Borondo bordano le pareti del Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”. Permeata da espressività ma anche inquietudine, l’arte dello spagnolo danza al ritmo dell’interiorità: le sue figure, contorte, sinuose, vissute, si lasciano guardare senza guardare. Borondo parla delle emozioni più intime dell’uomo, sembra quasi cercarle fisicamente, cercando di aprire spazi metaforici con la tecnica del glass scratching, ovvero raschiare via dalla superficie parti di colore creando un gioco di trasparenze con luci e ombre.

QUARTIERE INA-CASA (5)
“Geometrie coinvolgenti, strutture da copiare”
“Grande colpo d’occhio, notevole sorpresa, curiosità per l’architettura, quartieri a misura d’uomo, ricordi anni 60, si valorizzano da sole.”
“Edilizia popolare ideale per occasioni di incontri tra condomini!”
“Evocazione di ricordi personali.”
“Casa dove ho vissuto.”
“Adoro le piante che spuntano dall’asfalto.”
“Ricordi d’infanzia.”

Roma, Zona Ostiense, Quartiere Ina Casa [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Roma, Zona Ostiense, Quartiere Ina Casa [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Roma, Zona Ostiense, Quartiere Ina Casa [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Roma, Zona Ostiense, Quartiere Ina Casa [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Non solo centro abitativo ma, nell’idea degli architetti De Renzi e Muratori, una zona residenziale vera e propria: accanto quattro torri stellari, progettate per ospitare più di un migliaio di romani, c’erano negozi, asilo e campi per giocare, il tutto all’insegna di un’edilizia popolare che valorizzasse gli incontri fra persone dello stesso quartiere. E infatti, più di sessant’anni fa, il complesso INA – CASA fu il primo intervento realizzato nell’ambito del “Piano per l’incremento dell’occupazione operaia”. Oggi, pur con i segni del tempo, è stridente il conflitto con il circondario, continuamente vegliato dai rumori del traffico e annebbiato dallo smog: “E’ un quartiere pieno di giardini con molta varietà di piante – ha commentato sorpresa una delle serendipiwalker. Nella desolazione urbana di oggi anche un fico ci commuove”. Intorno alle abitazioni piante che spuntano dall’asfalto, limoni profumati.

[Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
[Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Poche macchine e molti sprazzi di verde: tutto rimanda a epoche di passaggio, in cui si cercava di far crescere il paese senza smarrire il senso della misura, della bellezza del “domestico”.
Certo, la dimensione originaria si è un po’ persa; ma l’aria che si respira, in questo spazio a misura d’uomo profumato di mandarini, è quella degli anni Sessanta.

LO SCALINO DEL RE VITTORIO EMANUELE III (6)
“Un momento storico che strappa un sorriso”
“Il re era nano!”
“Incontro con la storia – simpatico!”

Via Ostiense, Lo scalino del re Vittorio Emanuale III [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Via Ostiense, Lo scalino del re Vittorio Emanuale III [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Per tutti era semplicemente “Sciaboletta”; per tutti tranne che per suo cugino, il perfido Amedeo d’Aosta, che coniò per Vittorio Emanuele III e consorte, la regina Elena di Montenegro, il soprannome “Curtatone e Montanara”, sghignazzando sulla bassa statura di lui e le origini rozze  di lei. Scherni e invidie a parte il penultimo sovrano d’Italia, che sovrano neanche voleva esserlo, era davvero un re in miniatura; testimonianza diretta ne è lo scalino in via Ostiense di cui si serviva per montare a cavallo, diretto alla residenza estiva di Castelporziano.

[Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
[Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Qui, davanti al bassorilievo di Antonio Sirnicoli che nel 1901 ha immortalato la scena, tutti lasciano un mezzo sorriso, pensando a Sciaboletta. Che, per la cronaca, spedì suo cugino a fare un non meglio precisato tirocinio bellico in Congo.

CATACOMBE DI SANTA TECLA (7)
“Un tesoro così non può essere sotterrato da un orrendo casermone.”
“Edilizia moderna su sottosuolo ricco di resti antichi.”
“Una ferita vedere il cemento sul pavimento a mosaico.”

Ingresso alle Catacombe di Santa Tecla [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Ingresso alle Catacombe di Santa Tecla [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]

Sull’effettiva identità di Tecla, discepola di San Paolo o matrona Romana, ancora si dibatte parecchio, senza un punto di incontro fra i vari studiosi.
In realtà, Santa o meno, per Tecla e le sue catacombe (in via Silvio d’Amico) non si è avuto molto riguardo, al punto che fino a poco fa l’area, sopra e sotto terra, versava in pessimo stato. L’antifona è cambiata da qualche anno, quando ci si accorse che le pitture che ritraggono Paolo sono probabilmente la più antica testimonianza iconica del Santo. Pur sconosciute ai più, in mezzo a tanti monumenti celebri, le Catacombe di Tecla ci ricordano qualcosa: a Roma storia e antichità sono ovunque, persino in angoli nascosti, o di fronte a edifici super moderni.

UNIVERSITA’ ROMA TRE (8)
“Università di economia, moderna edilizia: in passato c’era il liceo artistico.”
“Il liceo artistico è stato abbattuto perché era pericolante!”

Università di Roma Tre [Foto by Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Università di Roma Tre [Foto by Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Dove oggi campeggia una delle sedi dell’Università di Roma Tre un tempo si trovava il celebre Istituto d’Arte Silvio D’Amico, frequentato da moltissimi ragazzi della zona e ricordato da tutti come un luogo speciale in cui la creatività era lecita e libera, con laboratori luminosi ed aule immense.
Era una scuola all’avanguardia; col tempo divenuta fatiscente e dichiarata inagibile nel 1995, la struttura è stata demolita per far spazio a nuove facoltà.

CASALE VOLPI (9)
“L’utopia di una città che non c’è più.”
“Salvato perché ci ha dormito Garibaldi!”
“I ricordi di una Roma che fu! Bellissimo, vorrei che si potesse visitare tutti i giorni.”
“I proprietari si rivoltarono per non farlo abbattere. Vorrei ringraziarli tanto!”

Casale Volpi [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Casale Volpi [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
In cima a una collinetta, circondata dalle ombre di città,  questa costruzione di fine Settecento pervasa di non conformismo, ben visibile da viale Leonardo da Vinci, simboleggia agli occhi dei residenti “una dimensione che non c’è più“. Finestre spalancate sul mondo e porte sempre aperte a tutti, Casale Volpi, o Città dell’Utopia, come oggi  si preferisce chiamarla, è l’angolo di umanità del quartiere, centro di scambio di idee e multiculturalità. Gli abitanti raccontano che, più di centocinquant’anni addietro, vi soggiornò Garibaldi: una leggenda che in realtà riguarda molti palazzi a Roma e che, a parer di tutti, è bello non sfatare. A inizio ‘900 Augusto Volpi, anarchico e antifascista, acquistò la tenuta, facendone una trattoria ma anche un luogo di “resistenza” organizzativa. Oggi Città dell’Utopia, che ha resistito negli anni a svariati tentativi di smantellamento, è parte di un progetto del Servizio Civile Internazionale, che mira a un nuovo modello di sviluppo locale basato su azioni partecipate, con l’obiettivo di valorizzare il potenziale dell’individuo come contributo a un gruppo sociale.

CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI APOSTOLI (10)
“contrasta con gli edifici circostanti.”
“posto da visitare all’interno.”
“la vedo sempre da lontano.”
“l’architettura dei dintorni contrasta con la chiesa.”
“vicinissima al mio ufficio, ma mai esplorata.”

Chiesa di Santa Maria degli Apostoli [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Chiesa di Santa Maria degli Apostoli [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Chiesa di Santa Maria degli Apostoli da Via Pertinace [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA][Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Chiesa di Santa Maria degli Apostoli da Via Pertinace [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA][Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]

Da via Pertinace, riempita durante la passeggiata da un “suggestivo suono di campane“, si può ammirare il profilo maestoso della Chiesa di Santa Maria degli Apostoli, una delle più grandi di Roma se consideriamo soltanto quelle edificate in epoca moderna. Fu infatti progettata e realizzata nell’immediato dopoguerra dall’architetto Leo Favini coadiuvato dall’ingegnere Giuseppe Forneris: i due scelsero per l’edificio uno stile barocco e dimensioni imponenti, che la mettono in risalto rispetto alle strutture intorno.

ASSOCIAZIONE CULTURALE MATRIOSKA (11)

Associazione culturale Matrioska [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Associazione culturale Matrioska [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Esiste un posto in via Collina delle Volpi, in cui russi, georgiani, ucraini e armeni convivono pacificamente: si chiama “Matrioska” ed è un’associazione culturale che vanta fra le proprie fila quasi quindicimila iscritti, metà dei quali provenienti dai paesi dell’ex Unione Sovietica. Nata come ristorante etnico, la Matrioska è diventata un centro culturale cinque anni fa, grazie all’iniziativa dell’armeno Galik, oggi responsabile di sala. Qui, fra musica caucasica, libri in cirillico e cucina tipica, immigrati dell’est Europa e residenti sono liberi di scambiarsi idee e consuetudini, sentendosi sempre legati alle proprie radici.

EX DEPOSITO ATAC (12)
“La nostra archeologia industriale in rovina.”
“L’abbandono della memoria. Tutte le serrande coi murales non sono deturpate e sporcate: che ci serva da lezione.”
“Una bella struttura, da riconvertire in spazio polifunzionale.”
“Recuperare l’area per eventi culturali.”
“Senso di abbandono.”
“Vecchio e forse inutile.”
“Grande possibilità di utilizzo per la valorizzazione del quartiere.”

Ex deposito ATAC a San Paolo [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Ex deposito ATAC a San Paolo [Foto: Associazione Culturale GoTellGo, CC BY SA]
Ormai dismesso da vent’anni, l’ex deposito ATAC occupa un’area di oltre 10.000 mq che, a unanime parere dei cittadini, potrebbe essere riqualificata e sfruttata in ben altri modi: “un museo, un mercato, uno spazio polifunzionale“. I pareri sono vari, il concetto di fondo abbastanza trasversale: la priorità – dicono – dev’essere recuperare questo spazio, senza consegnare l’ennesimo edificio pubblico al degrado.

Anche stavolta a conclusione del contributo pubblichiamo due grafici. Il primo sintetizza la percentuale degli stimoli percepiti dai partecipanti in relazione agli incontri fatti, ai ricordi e ai cinque sensi.

Il secondo grafico sintetizza le sensazioni percepite dai partecipanti in relazione alla meraviglia, alla sorpresa, alla curiosità, allo stimolo alla riflessione, all’evocazione nel senso di ricordi o collegamenti, al desiderio di vedere valorizzati i luoghi visitati.

Serendipiwalkers in esplorazione [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Serendipiwalkers in esplorazione [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Workshop post-passeggiata [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
Workshop post-passeggiata [Foto: Associazione culturale GoTellGo, CC BY SA]
[Alessandra Alesperide, Maria Teresa Natale]

Tutti i post del progetto:

 

One comment

  1. Complimenti, una sintesi ben fatta! Vi ho ritrovato alcuni mie impressioni o forse erano di tutta la comunità! Grazie per questa nuova esperienza.
    Giovanna

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