Resti di baracche

Roma, via del Mandrione. Ricordo di baracca nell'arcata dell'acquedotto
  • Codice: 00488
  • Regione: Lazio
  • Provincia: Roma
  • Comune: Roma
  • Località/quartiere: Tuscolano
  • Localizzazione specifica: Via del Mandrione
  • Tipo: POI scomparso
  • Coordinate geografiche: 41.88083º N 12.5325º E

Abstract

Via del Mandrione fu occupata dagli sfollati del bombardamento di San Lorenzo del 1943 che costruirono delle baracche sotto gli archi dell'Acquedotto Felice. Negli anni Cinquanta divenne famosa come zona di zingari e prostitute, assai degradata. Il Mandrione venne citato in opere letterarie e cinematografiche e fu luogo molto amato da Pier Paolo Pasolini. Sono celebri i reportage fotografici di Franco Pinna realizzati nel 1956 e nel 1968. A partire da una sperimentazione fatta da Linda Zammataro nella scuola elementare "G. Cagliero" nel quartiere Appio-Tuscolan, venne affrontato il problema dell'integrazione degli zingari. La scientificità del suo metodo la portò a prendere visione dell'ambiente familiare dei bambini della comunità ROM insediata presso le arcate degli acquedotti e questo fu l’inizio del processo di riqualificazione della zona.

Descrizione

L'area rimase degradata fino alla metà degli anni Settanta. Decisiva fu l'opera svolta dalla psicologa e pedagogista Angelina Linda Zammataro, conosciuta come Linda Fusco, fondatrice del metodo della psicoanimazione, che contribuì alla bonifica dell'area che oggi ospita abitazioni residenziali e botteghe di artigiani. A Roma, gli sfollati del bombardamento di San Lorenzo del '44 occuparono gli archi da Porta Maggiore fino al Mandrione e Tor Fiscale. L'acqua fornita dall'Acquedotto era ancora potabile e il riscaldamento era assicurato dalle spesse volte degli archi, che accumulavano durante il giorno il calore sufficiente per riscaldare un'intera notte. E il cibo veniva prodotto coltivando la terra circostante, i famosi 'orti'. Qui continuavano a vivere dentro le baracche, sotto gli archi chiusi con mezzi di fortuna o nelle case improvvisate nelle viscere degli acquedotti, comunità di rom e di meridionali, in condizioni igieniche che lasciavano molto a desiderare. L'asfalto era un miraggio, i bambini giocavano tra terra e fango. Intellettuali, fotografi, scrittori di successo si interessarono fin dagli anni Cinquanta alla borgata del Mandrione. Furono condotti studi approfonditi sulle usanze coreutico-musicali degli zingari che lì risiedevano. Partendo dallo studio dei bambini, secondo un modello di intervento sul territorio, gli zingari furono convinti a lasciare le baracche per trasferirsi in alloggi popolari a Spinaceto.

Per ulteriori approfondimenti, nel 2010 è stato pubblicato il libro "A scuola con il mondo", a cura di Caterina Di Rienzo e Massimo Cappellani, in cui si racconta l'esperienza didattica e umana di Angelina Linda Zammataro. "Il suo approccio inter-disciplinare basato sulla psicoanimazione e quindi sulla pedagogia, la psicologia e la filosofia, il suo metodo innovativo fondato sul libero pensiero, sull'interazione costante tra scuola e territorio nonché sulla presenza dei genitori nella vita scolastica al fine di comprendere in maniera profonda la dimensione psicologico-culturale dei bambini, sul superamento della discriminazione sociale e quindi sull'integrazione del "diverso", pone al centro il bambino e la sua psiche, affinché possa divenire un adulto libero e un cittadino consapevole" [Chiara Zammataro].

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Roma, le baracche del Mandrione in una foto di Franco Pinna
Prostituta al Mandrione in un'immagine di Franco Pinna