Villa Poniatowski

Villa Poniatowski.
  • Codice: 00722
  • Regione: Lazio
  • Provincia: Roma
  • Comune: Roma
  • Località/quartiere: Flaminio
  • Localizzazione specifica: Via di Villa Giulia angolo Piazzale di Villa Giulia
  • Tipo: POI architettonico / storico-artistico
  • Coordinate geografiche: 41.91785° N 12.47543° E
  • Altitudine: 30 m s.l.m.

Abstract

Denominata Poniatowski dal principe polacco Stanislao che nel 1781 l'aveva acquistata, faceva parte del comprensorio di Villa Giulia e fu costruita nello stesso periodo della residenza di papa Giulio III Ciocchi dal Monte come dependance per il fratello Baldovino.
Di dimensioni più modeste rispetto a Villa Giulia è comunque un'opera di eguale eleganza e raffinatezza.

Descrizione

Connessa alla residenza del papa, Villa Poniatowsky costituiva un complesso architettonico di grande respiro che, per una decina d'anni, più o meno sino al 1565, ebbe un assetto unitario sia in rapporto alla residenza papale che all'inserimento nel contesto delle vigne e dei giardini. Alla morte di Papa Giulio III nel 1550, la Villa Poniatowski fu quella che subì i maggiori interventi soprattutto in epoca settecentesca con il Valadier.
In seguito, la proprietà passò nelle mani della famiglia Borromeo per essere poi acquistata dai Cesi e ancora dai Sinibaldi.
Diversi elementi sono di epoca cinquecentesca:
- il pavimento dell'ultimo piano a mosaico geometrico di rombi e quadrati in pastiglia imitante il marmo
- la distribuzione degli ambienti interni la cui planimetria irregolare si adagia alla forte pendenza dei Monti Parioli
- le scale strette e ripide
- le stanze comunicanti tra loro tramite porte con incorniciature di peperino.
Il Valadier invece ridisegnò il fianco della villa che affacciava su via dell'Arco Oscuro, oggi via di Villa Giulia, creando al primo piano una grande finestra ad arco fiancheggiata da altre due di forma rettangolare.
Ancora a lui si devono:
- la costruzione della loggia dell'ultimo piano
- l'abbellimento del giardino con vasche di forma mistilinea
- l'apertura dell’ingresso maggiore su via Flaminia
- la realizzazione delle stalle, poi sopraelevate e trasformate in studio del pittore e incisore Mariano Fortuny y Carbò.
Un'importante raccolta di statue antiche ornava sia gli interni della villa sia il giardino.
L'intera proprietà fu poi venduta nel 1826 al pittore napoletano Domenico Carelli per una somma di 18.000 scudi per poi passare ulteriormente suddivisa alla fine dell'Ottocento ai Riganti che ne fecero la sede di una conceria costruendovi un essiccatoio.
Nel parco che si affaccia sul viale di ingresso, acquistato insieme al settore orientale della tenuta dall'artista Alfredo Strohl-Fern vi erano un laghetto navigabile e una casa ad arco abitata dal poeta Rainer Maria Rilke. Questa parte passò in eredità prima alla città di Roma e successivamente allo Stato francese, che ne detiene ancora oggi la proprietà con la sede del liceo Chateaubriand.
L'intera area di proprietà Riganti fu acquisita al Demanio dello Stato nel 1988.
Oggi trasformata con Villa Giulia nel Polo Museale Etrusco, la villa accoglie in esposizione le collezioni umbre e quelle del Latium Vetus, frutto di scavi condotti tra la fine dell'800 e i primi del 900.

Elenco Risorse Digitali disponibili nell'App

Villa Poniatowsky.

Voce: Elisabetta Giuliani

Villa Giulia e Villa Poniatowski dall'alto.

Foto: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria meridionale

Il portale e la scalinata d'accesso.

Foto: Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale

Affreschi della sala indiana

attribuiti al pittore Felice Giani (pittore e decoratore di interni della fine del 1700). Le pareti presentano partiture architettoniche di ispirazione esotica, con tendaggi che si aprono su paesaggi naturali con strutture di sapore orientale.
Foto: Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale

Sala egizia o "delle colonne".

Decorazione composta di specchiature dipinte in finto marmo con prospettiva architettonica che allude a un paesaggio dellEgitto. Realizzati da Felice Giani.
Foto: Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale

Sala del Valadier o delle "Absidi".

Particolare del soffitto delle decorazioni a riquadri.
Foto: Soprintendenza per i beni archeologici dell'Etruria meridionale