Sepolcro dei Licini
- Codice: 00094
- Regione: Lazio
- Provincia: Roma
- Comune: Roma
- Località/quartiere: Appio
- Localizzazione specifica: Via Appia Antica 203 (lato ovest)
- Tipo: POI archeologico
- Coordinate geografiche: 41.838397º N 12.535922º E
- Altitudine: 78 m
Abstract
Puoi riconoscere il solito nucleo in opera cementizia, spogliato del rivestimento originario in opera quadrata, che forse terminava con una cupola. La parete in laterizio che lo precede è di epoca moderna. Osserva la lastra marmorea del I secolo d.C. su cui sono stati incisi i nomi dei defunti appartenenti alla Gens Licinia e quello del liberto Tito Quinzio Panfilo.
Descrizione
I liberti
Nella Roma antica, veniva chiamato libertus colui il quale veniva affrancato dalla servitù tramite atto del proprio padrone (manumissio) o, durante l’Impero, anche per sentenza del magistrato. Pur essendo libero e cittadino, il liberto però non godeva degli stessi diritti degli ingenui, i nati liberi. Nel campo del diritto pubblico godeva di diritti politici, ma era escluso dalle cariche più importanti. Nel diritto privato, manteneva una posizione di subordinazione rispetto patronus, l’antico padrone (patrono), rispetto al quale aveva diversi obblighi: doveva rispettarlo senza poter promuovere azioni infamanti ai suoi danni; doveva rendergli alcuni servigi e farlo partecipare ai diritti di successione. In epoca imperiale, il liberto poteva conseguire la qualità di ingenuo, per intercessione del principe.
Le gentes
Con il termine di gens, nella Roma antica, si intende un gruppo di famiglie che riconosceva un ceppo comune. In origine, la potenza della gens si basava sul possesso fondiario.
Nella Convenzione dei nomi romani usata nella Roma antica, i nomi maschili tipici contenevano tre nomi propri che erano indicati come praenomen (che era il nome proprio come intendiamo oggi), il nomen (equivalente al nostro cognome, che individuava la Gens) e il cognomen che indicava la famiglia in senso più allargato.
