Busto di Felice Barnabei

Busto di Felice Barnabei.
  • Codice: 00718
  • Regione: Lazio
  • Provincia: Roma
  • Comune: Roma
  • Località/quartiere: Flaminio
  • Localizzazione specifica: Nel giardino destro
  • Tipo: POI commemorativo
  • Coordinate geografiche: 41.91792° N 12.47807° E
  • Altitudine: 25 m s.l.m.

Abstract

Il busto del Barnabei (1842-1922), illustre archeologo e deputato del Regno d'Italia, è collocato nel giardino laterale destro. A lui si deve la fondazione del Museo nazionale romano alle Terme di Diocleziano e del Museo etrusco di Villa Giulia.

Descrizione

Il Museo nazionale di Villa Giulia nasce ufficialmente quale sezione del Museo Nazionale Romano destinata ad accogliere le antichità extraurbane e i reperti provenienti dalla Provincia romana e dall'Umbria con Regio Decreto del 7 febbraio 1889 per volontà del suo primo direttore Felice Barnabei. Lo scopo era quello di presentare, seguendone lo sviluppo nel corso del tempo fino al suo declino, la civiltà fiorita nell'agro falisco prima della conquista romana.
Le indagini erano state avviate nel 1881 da Gianfrancesco Gamurrini, Adolfo Cozza, Angiolo Pasqui e Raniero Mengarelli nell'ambito delle ricerche per la redazione della Carta Archeologica d'Italia. Conseguenza diretta di queste ricerche, che permisero di individuare centri abitati e necropoli, strade e santuari, fu l'avvio di scavi intensivi, condotti per lo più a opera di privati, nelle necropoli dell'antica Falerii, l'odierna Civita Castellana. I materiali rinvenuti, almeno quelli sottratti al commercio antiquario, costituirono il nucleo originario delle Collezioni del Museo, ospitato nelle sale del piano nobile della villa, aperta al pubblico il 14 marzo 1889. Negli anni successivi, la collezione si ampliò con materiali provenienti dagli scavi di Narce, Cerveteri, Satricum, Veio.
Con l'istituzione nel 1904 della Soprintendenza sugli scavi e musei di Roma, venne deciso che il Museo di Villa Giulia raccogliesse anche tutti i materiali provenienti dal territorio umbro-sabino e marsico. Inoltre, alla Direzione del Museo venne anche assegnato il Servizio degli scavi archeologici e delle scoperte di antichità per l'Etruria suburbana e per l'Umbria alla sinistra del Tevere e successivamente per le aree di Tarquinia e Viterbo.
Se in origine il museo aveva solo tre sale, nel 1948 ne contava 30, articolate tra il corpo centrale della villa e le ali laterali.
Intorno agli anni Cinquanta del Novecento il Museo venne interessato da una profonda trasformazione per volontà del Soprintendente Renato Bartoccini. All'architetto Franco Minissi si deve invece il discusso progetto di ristrutturazione che interessò sia le architetture interne sia l’esposizione museografica.
L'insufficienza degli spazi spinse il Soprintendente Mario Moretti a inaugurare tra gli anni Sessanta e Settanta una rete di musei territoriali - a Cerveteri, Civitavecchia, Vulci e Civita Castellana - nel tentativo di creare un sistema espositivo integrato che includeva anche il preesistente Museo di Tarquinia. Fu però la Soprintendente Paola Pelagatti che negli anni Ottanta, oltre a istituire i musei di Tuscania e Viterbo, portò a termine nel 1992 l'acquisizione dell'adiacente Villa Poniatowski, il cui restauro fu affidato all'architetto Italo Carlo Insolera. Al 2012, infine, risale il nuovo allestimento dell'ala settentrionale del Museo di Villa Giulia, dedicata a Vulci, Cerveteri, Pyrgi, alla sezione epigrafica e alle raccolte antiquarie, e l'allestimento di Villa Poniatowski con le antichità del Latium Vetus e dell'Umbria.

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Storia del museo.

Voce: Elisabetta Giuliani

Le collezioni antiquarie.

Voce: Elisabetta Giuliani